lunedì 11 gennaio 2016

Innauguriamo il nuovo anno con una Robust Porter affumicata

Ciao a tutti,
per innaugurare il nuovo anno casalingo-brassicolo, ho scelto di brassare una Robust Porter, e per la prima volta, sperimentare, in dosi molto contenute, il malto peated.

Le feste sono ormai finite, ed è tempo di rimettersi in carreggiata.
Nonostante le ferie dal lavoro, il tempo che ho potuto dedicare a questo meraviglioso hobby è stato davvero poco, tant'è che la precedente produzione, ovvero la Bitter con malto di frumento caramellato è stata ferma nel fermentatore per quasi un mese.

La cotta come al solito è iniziata il giorno prima, con la preparazione delle attrezzature, parte delle quali generosamente offerte in comodato d'uso, quasi gratuito, a tempo indeterminato, dal mio caro amico Luppolo Sannita, e con la macinazione dei malti.

Il mulino ricavato dalla macchina della pasta, non ancora perfetto, è stato motorizzato mediante un avvitatore a batteria, facendomi risparmiare molto tempo e soprattutto molta fatica, per quella che reputo l'operazione più tediosa di tutto il processo, ancora più noiosa del lavaggio delle bottiglie.
Per il prossimo upgrade, prevedo di incidere ancora più a fondo i rulli, che ancora hanno poco grip sui grani, e di fissarlo un po' meglio alla base.

Ad ogni modo, alla fine il risultato è stato molto soddisfacente.
L'indomani mattina, alle 6:30 ero già in piedi, e poco dopo le 7:00 i fuochi erano accesi.
Data la temperatura ancora semi-primaverile l'acqua ha raggiunto i 55 gradi in poco tempo, per la prima sosta proteica. L'aver inserito i grani che erano a temperatura ambiente, mi ha fatto perdere 4/5 gradi, pertanto mi è bastato riaccendere la fiamma per un paio di minuti per riprendere il target dei 52 gradi del protein rest.

In pochi secondi i malti torrefatti hanno colorato il mosto in ricircolo di un marrone intenso, che si è scurito, via via che passavano i minuti.
Per la saccarificazione, trattandosi di una ale di derivazione britannica, ho deciso di fare il classico monostep all'inglese, e dopo circa 45 minuti la conversione era già avvenuta del tutto. 

Come già sperimentato da qualche cotta, l'utilizzo della pompa per il ricircolo, oltre a mantenere la temperatura più omogenea tra la parte superiore e quella sottostante il doppiofondo, ha reso il mosto abbastanza limpido fin da subito. 

Per il lavaggio delle trebbie, non essendo ancora provvisto di un sistema efficiente, opto per il batch sparge.
Merita aprire una parentesi sull'argomento:
Di solito chi fa uso di questa tecnica, raccoglie il primo mosto in altro recipiente, che sia un contenitore temporaneo come faccio io, o che sia la pentola definitiva per la bollitura, e poi procede all'inserimento di altra acqua, calcolata per lo sparge, in 2 o addirittura 3 passate.
Io che uso una pentola da 50 litri in cui è inserito un doppiofondo a circa 7 cm dal fondo, per coprire tutte le trebbie, devo inserire di media 18/20 litri per il mash, tenendomi su un rapporto medio acqua grani 3,5/litro, pertanto per lo sparge mi restano sempre circa 16/17 litri al massimo.
Per questa ragione, se suddividessi tale quantità d'acqua in 2, ne avrei una dose insufficiente a riscoprire le trebbie, esponendole ad ossidazione. Sono quindi costretto ad optare per un unico run off. Semmai un giorno dovessi disporre di un filtro Halo o bazooka, potrei fare diversamente, ma per ora va bene anche così.

Tornando alla sessione brassicola, durante la sosta per il lavaggio delle trebbie, ho travasato la Bitter che avevo in fermentatore, ed ho aggiunto lo zucchero per la carbonazione, ho inoltre pesato i luppoli, Target per l'amaro e Brewers gold per la gittata da aroma.
Questa volta ho optato per i luppoli in pellet, e credo che in futuro rimarrò su questa scelta, dato che apparentemente, lasciati liberi sono molto più efficienti rispetto a quelli in plug messi ai sacchetti, e poi con un buon mulinello, si concentrano bene nel centro, lasciando il mosto bello pulito.

Durante la bollitura ho imbottigliato la Bitter, che aveva lasciato pochissimo sedimento di lievito, che ho comunque riusato per questa cotta, concatenandola di fatto per la seconda volta, ma dato che era pochissimo ho comunque aggiunto una bustina di S04.


A fine bollitura e raffreddamento, mi sono trovato con un mosto molto scuro, ma comunque bello limpido, 

ed ancora una volta ho avuto una piacevole sorpresa, sul risultato finale, infatti, a fronte di una densità stimata di 1062, mi sono trovato 1064, e 23 litri invece che 20, un bel risultato. Mi sa che devo prendere in considerazione l'idea basarmi su un'efficienza maggiore, per le prossime cotte.

All'assaggio del mosto, sono state evidenti le note di caffè e cioccolato dei malti Black e Chocolate, e con un vago sentore, ma proprio un nonnulla di affumicato dato dal peated, che in abbinata ai malti torrefatti dovrebbe dare un buon contributo, e sul finire un bell'amaro dato dal luppolo.

Ora vedremo come andrà la fermentazione.

A presto!!